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  Gruppo lettura popolare della Bibbia__

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Centro Culturale - Via Postioma di S.Floriano - 31033 Castelfranco Veneto (TV)

 

San Floriano, lì 18 Ottobre 2008

Siamo un gruppo di amici di S.Floriano, Castelfranco, Salvatronda, S.Andrea O/M,…..

Ci troviamo con cadenza circa quindicinale a leggere la Bibbia, presso il centro culturale di S.Floriano, ex scuole vecchie.

Abbiamo iniziato Lunedì 18 Ottobre 2004.

Abbiamo letto i seguenti libri del Vecchio Testamento: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio.

Attualmente stiamo leggendo Giosuè.

Seguiremo con Giudici, Rut, Samuele 1 e 2, Re, poi passeremo al Nuovo Testamento.

Nel primo incontro, dopo la pausa estiva di Agosto 2008, abbiamo pensato di fissare gli argomenti trattati e renderli disponibili a chi è interessato attraverso l’inserimento nel “sito internet” di S.Floriano.

Questo per poter condividere l’immensa gioia che Dio ci dona.

Abbiamo constatato che:

 

LA BIBBIA:

-   TI CAMBIA LA VITA: LA TUA VITA E’ PREZIOSA, HAI UNA MISSIONE DA COMPIERE;

-   E’ UN FASCIO DI LUCE CHE SI PROIETTA NELLA TUA VITA;

-   TI DA’ UN’ALTERNATIVA ALLA CULTURA DOMINANTE E TI FA RISCOPRIRE LA TUA “COSCIENZA”;

-   TI FA CAMBIARE MENTALITA’: “SE CREDI L’IMPOSSIBILE SARA’ FATTO”;

-   TI FA DECIDERE QUAL’E’ LA STRADA CHE DIO TI INDICA: “PER LA MIA VITA CHE DECISIONE PRENDO ?”;

-   TI METTE A CONFRONTO CON COSA VUOI ESSERE, NON CON COSA SEI O CON COSA SEI STATO;

-   TI FA MATURARE E TI INSEGNA AD ESSERE “CREATIVO” E NON RIPETITIVO: E’ L’ATTRATTIVA CHE TI FA CRESCERE E “TI LIBERA”;

-   TI INSEGNA AD AVERE “FIDUCIA”: L’ALTRO SI PRESENTA A TE COME MOTIVO DI FIDUCIA, SE HAI FIDUCIA “SPOSTI LE MONTAGNE”;

-    TI METTE NELLA CONDIZIONE DI ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO – “SCOLTAME” – E TI INSEGNA AD ACCETTARE QUELLO CHE L’ALTRO TI PORTA, TI FA ENTRARE NELL’INTIMITA’ DELL’ALTRO;

-    TI INSEGNA A COGLIERE LA PRESENZA DI DIO NEI “SEGNI”;

-    TI FA CAPIRE CHE LA TUA VITA HA UN SENSO NELLA MISURA IN CUI LA OFFRI.

 

LETTERA D’INVITO del 30/08/2008.

Cari amici, abbiamo concluso anche quest’anno una serie di incontri che ci hanno portato ad entrare, con il concorso e l’impegno di tutti, nella partecipazione alla realtà del “Popolo di Dio”, così come ha vissuto e vive nella storia.

Ricordiamo lo spirito dei nostri incontri: il Papa stesso scrive nella presentazione del suo libro “Gesù di Nàzaret”: (pag. 16-17) “La scrittura è crescita nel e dal soggetto vivo del Popolo di Dio nel cammino e vive in lui ….. . Il Popolo è il vero più profondo autore delle scritture ….. . La scrittura è il criterio che viene da Dio e la forza che indica la strada al Popolo ….” .

Con i Vs. suggerimenti, vorremmo riprendere gli incontri anche per la prossima stagione, trovandoci il giorno Mercoledì 24 Settembre ore 20,30  presso il centro Culturale di San Floriano.

Per questo primo incontro si offre una traccia, cui chiediamo di rispondere, nel desiderio di arrivare insieme a stabilire il programma del nuovo ciclo:

1)  Sei interessato a partecipare con continuità ai prossimi incontri ?

2)  Il metodo che abbiamo usato quest’anno, della preparazione e della riflessione comunitaria, può continuare ed essere migliorato con il tuo apporto ?

3)  Si era parlato di completare la lettura dei libri storici: GIOSUE’ – GIUDICI – RUT – SAMUELE 1 E 2  - RE . Andiamo avanti con i libri del Vecchio Testamento o pensi che valga la pena leggere anche qualche libro del Nuovo Testamento e quali libri ti interesserebbero ?

4)  La frequenza degli incontri più o meno quindicinali e l’indicazione delle serate del Mercoledì, che aveva raccolto maggiore numero di consensi, è accettabile da tutti?

5)  Riteniamo che possa essere rispettato l’orario dalle ore 20,30 alle ore 22,00 presso la sede del centro Culturale di S.Floriano o suggerisci altre soluzioni, sia per l’orario che per il luogo?

6)  Ci sembra che la frequenza sia stata sempre buona e ben partecipata. Si sottolinea che l’impegno e la presenza costante di ciascuno è stata per tutto il gruppo un grande aiuto.

7)   Si pensava di fissare gli argomenti trattati e renderli disponibili a chi è interessato attraverso l’inserimento nel “sito internet” di S.Floriano . E’ una cosa fattibile? Chi si prende l’onere di stendere i verbali sintetici degli incontri ? Si può fare a turno ?

8)   Si può pensare di organizzare degli incontri con delle uscite di una giornata in luoghi interessanti che permettono un approfondimento del nostro cammino ?

Agli incontri, naturalmente possiamo invitare anche altri amici interessati.

Arrivederci a presto.

VERBALE N. 1 del 24/09/2008

Ci troviamo dopo la pausa estiva, siamo quasi tutti (12 persone), mancano due persone.

Qualcuno esprime la mancanza degli incontri e la voglia di riprendere il cammino insieme. All’ordine del giorno ci sono le otto domande del foglietto che ci è arrivato a casa tempestivamente. Tutti siamo concordi a continuare questo percorso di riflessione comunitaria, con frequenza più o meno quindicinale, il mercoledì dalle ore 20,30 alle ore 22,00. Qualcuno fa notare che l’alternanza dei giorni, lunedì e mercoledì, gli facilitava la partecipazione..

Alcuni esprimono il desiderio di continuare con il Vecchio Testamento, ponendo più attenzione al contesto storico, perchè effettivamente è poco comprensibile la violenza descritta. Si propone di tentare anche un collegamento con il Nuovo Testamento.

Viene espressa la difficoltà di fare i “compiti per casa” perchè si sommano ad altri impegni che richiedono altrettanti “compiti per casa”.

Per quanto riguarda le uscite si possono organizzare, magari coinvolgendo anche il “gruppo donne” e il “gruppo  famiglie” che fanno un percorso molto simile, anche per tentare di fare più comunione.

Si propone di inserire sul sito internet di San Floriano l’esperienza sulla lettura popolare della Bibbia. Dobbiamo però pensare in quale modo e quale collegamento fare per evitare che sia una cosa a sé, ma un’esperienza della comunità.

Possiamo sempre impegnarci personalmente proponendo e coinvolgendo qualcuno che conosciamo: sai mai che voglia provare l’esperienza ?!! .                                

 

VERBALE N. 2 del 08/10/2008

      GIOSUE’ cap. dal “1 al 12” :

 

Prefazione:

Il libro narra la conquista della terra di Canaan sotto la guida di Gosuè, successore di Mosè.

Si divide in tre parti:

1)     la conquista della terra di Canaan (1-12); Dio aiuta il suo popolo e gli da una terra, Dio rispetta la promessa fatta a Mosè, come nell’Esodo, in cui Dio libera il suo popolo dall’Egitto.

2)     la divisione della terra promessa (13-21): la terra che Dio da è un compimento della parola di Dio. L’inserimento degli Israeliti tra popolazioni straniere che non conoscono il vero Dio comporta nuovi rischi d’infedeltà. Perciò Giosuè darà a questo impegno la forma di un rinnovamento solenne dell’alleanza, in occasione dell’assemblea di Sichem.

3)     la fine della vita di Giosuè (22-24)

 

In questi capitoli Dio è sempre presente nell’Arca, con la Legge e la Manna.

Si nota la continuità vista con l’Esodo. Il passaggio del Giordano è un’azione simile all’attraversata del Mar Rosso da parte di Mosè, è uguale alla guida di Dio nel nostro cammino verso la terra promessa.

La continuità della Legge si rivela crudele, vedi la fine di Acan. Distruzioni per chi rompe l’alleanza.

L’attuale crollo del sistema mercato libero ci fa pensare al crollo degli idoli.

Noi siamo popolo se rispettiamo la Legge di Dio. Siamo frantumi se avviene il contrario.

Se ti lasci guidare da Dio, lui mantiene sempre le promesse.

La città di Gerico era una fortezza inespugnabile. Dio dice di distruggere tutto a Gerico e di lasciare tutto in modo da non avere nessuna contaminazione con le cose presenti.

Raab fa i propri interessi, ma poi mantiene la promessa e viene salvata. E’ come il figlio prodigo.

L’ultimo è quello che ha fede. La citta di Gabaon è l’unica a essere rimasta, la sola. Anche noi, quando crediamo in Dio,  a volte ci sentiamo soli di fronte a tutti.

Dio ti dà ma solo se collabori.

La Bibbia è una rivendicazione del Dio presente. Il tempio è nella vita.

Cerchiamo di accogliere questa storia come una luce per la vita quotidiana.

 

Versetti significativi:

1.5-9 “Finché vivrai nessuno potrà fermarti, perchè io sarò con te, come sono stato con Mosè, non ti lascerò e non ti abbandonerò mai. Sii forte e coraggioso perchè sarai tu a dare al popolo la terra che io ho promesso ai vostri padri. Sii fermo e risoluto. Agisci sempre secondo gli insegnamenti di Mosè, mio servo. Non deviare mai da essi. Se farai così avrai successo in tutte le tue imprese. Non trascurare mai la lettura del libro della legge: meditala giorno e notte e mettila in pratica; allora riuscirai bene in ogni tuo progetto. Ricordati che devi essere forte e coraggioso. Io, il Signore tuo Dio, sarò con te, dovunque andrai. Perciò non avere paura e non perderti mai di coraggio”.

 

                                 

  VERBALE N. 4  del 5/11/2008

 

Libro:  GIUDICI    (capp. dal  1°  al  10°)

Questi capitoli  presentano il difficile periodo che seguì all’insediamento degli israeliti nella terra promessa. Se la prima conquista della  terra promessa era stata una travolgente avanzata di Giosuè ed  aveva tramandato ricordi gloriosi, in questo libro invece gli scrittori presentano una successione di brevi racconti, di battaglie in cui gli israeliti dovevano addirittura nascondersi negli antri, nelle grotte dei monti per salvarsi dalle continue incursioni dei vicini ostili i Moabiti, i Madianiti ecc,.

Però Dio manda dei personaggi eroici, capi carismatici, che appaiono qua e là, ora in una tribù, ora in un’altra, chiamati GIUDICI per restaurare l’unità, difendere le tribù d’Israele dai nemici.

Siamo stati tutti colpiti che alla che  alla morte di ogni giudice, Israele ricade  sempre nell’infedeltà  e il ciclo si ripete e abbiamo rilevato  la centralità di Dio che mantiene nonostante tutto la sua promessa, la sua alleanza con il popolo d’Israele anche noi popolo cristiano in cammino, siamo fragili come gli Israeliti, con poca fede ma li Signore è sempre presente  e per noi una grande speranza, una sicurezza perché Gesù ci ha detto prima di salire in cielo, “Andate dunque, ammaestrate tutte le genti, ed    io sarò con voi fino alla fine del mondo”.

Ecco un brevissimo  riepilogo degli interventi:

- Paul: ha ribadito che da parte degli Ebrei c’è il ripetersi continuo che sono usciti    dall’Egitto, sono diventati liberi e non hanno la capacità di stare liberi e si fanno ancora schiavi dei popoli vicini venerando i loro dei….

- Serenella: ha ricordato le violenze, tutti i nemici vengono passati a fil di spada, le uccisioni vengono descritte con particolari macabri e ricorda la storia di Giaele,   moglie di Eber che con un picchetto della tenda uccide Sisara, un generale  nemico….

- Don Olivo: ha parlato del messaggio dei vescovi sulla lettura della Bibbia e dei 3   stadi dell’alleanza:

         1) Dio e l’umanità (x gli Ebrei esclusione e inclusione del popolo eletto)

         2) Dio che è l’uomo Dio(x i cristiani Dio ha unito umanità e divinità)    

         3) L’eucarestia il pane della vita

- Marisa: ha fatto notare la divisione in tribù e che Dio guida la storia, Dio chiede addirittura la diminuzione dei guerrieri  per la battaglia per dimostrare la sua potenza e la sua alleanza, chi è fedele a Lui  avrà la vittoria anche con pochi soldati….

- Aristide: ha ricordato che lo spirito di Dio è sopra di lui  nonostante i tradimenti degli uomini, Dio c’è sempre, c’è alleanza e l’arrivo del monoteismo è durato secoli. 

Versetti significativi

13  III-VI

“L’angelo del Signore apparve a questa donna e disse: “Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio… sarai un nazireo consacrato a Dio fin dal seno materno. Egli comincerà a liberare Israele dalle mani dei Filistei.”

 

VERBALE  N. 5 del 10 dicembre 2008

Primo Libro di Samuele, capitoli 1-16

 

Nessuno avrà successo con le sue sole forze. Il “cantico” di Anna, la madre di Samuele, riprende il filone delle donne sterili nella Bibbia, che accolte da Dio danno la vita a personaggi importanti e decisivi nella storia della salvezza; prefigura il Magnificat, la preghiera di ringraziamento di Maria, vergine e madre per eccellenza.

Quando nella civiltà ci si renderà conto che non è il potente o il prepotente a determinare la storia, ma è decisivo il contributo di tutti, allora le donne occuperanno il loro giusto posto nella società e si confiderà nel Signore e nella sua giustizia.

Il giovane Samuele di notte viene chiamato da Jawhè e risponde: “parla Signore, il tuo servo ti ASCOLTA”.

E’ lo stesso”ASCOLTA Israele” pronunciato da Mosè  Dt 6, 4 e tanto frequente nella Bibbia.  Ai nostri giorni è quel stare attenti ai “SEGNI DEI TEMPI” indicato da Giovanni XXIII e dal Concilio Vaticano II.

Ma gli israeliti DIMENTICANO, tradiscono Jawhè per la dea Astrarte e l’Arca della alleanza cade in mano ai filistei per sette mesi, avvenimenti straordinari e non per volontà degli ebrei riportano l’arca nei territori conquistati. Ma solo dopo una ventina d’anni gli israeliti capiscono e si rivolgono di nuovo al Signore, allora Samuele RICORDA loro: se davvero volete tornare al Signore con tutto il cuore, togliete di mezzo gli idoli …Dedicatevi completamente al Signore e servite lui solo: allora vi libererà dalle mani dei filistei.

Nella Bibbia il filo conduttore sta sempre nel rapporto tra Dio e gli idoli, e proprio in ragione di questo atteggiamento il popolo ebraico attraversa periodi favorevoli o infausti.

Queste pagine ci raccontano inoltre il passaggio del popolo di Dio verso la monarchia. I capi degli israeliti chiedono un  re come hanno gli altri popoli che li circondano, vogliono un re che li governi, che esca alla testa dei loro soldati per combattere le battaglie. Si sono DIMENTICATI, non confidano più in Jawhè. Samuele è sconsolato, si oppone con tutta le sua capacità oratoria. Intuisce che con questa scelta le cose non saranno più come prima. Ma Jawhè stesso lo tranquillizza: “non rifiutano te, rifiutano me. Preferiscono avere un re che me. Da quando sono usciti dall’Egitto MI HANNO ABBANDONATO per seguire altri dei, non mi hanno mai ASCOLTATO…, è diventata una costante; e noi?

Samuele non perde mai l’occasione per esortare e scuotere: RICORDATEVI , “voglio ricordarvi che Jawhe ha agito presso di voi anche senza che ci fosse un re, quando eravate schiavi in Egitto vi mandò Mosè a liberarvi dal faraone, nella terra promessa vi mandò i giudici  a difendervi dai filistei …ecc.”  

La monarchia viene prospettata da Samuele come un pericolo ma poi viene attuata, ancora una volta il Signore non abbandona il suo popolo e indica Saul come re. Alle volte anche a noi capitano cose che non vorremmo fare, e poi invece sbagliando, facciamo.

Dopo il periodo iniziale, di vittorie contro i filistei, Saul compie la prima infedeltà: offre un olocausto a Dio senza la presenza di Samuele come stabilito. Successivamente alla vittoria sul re filisteo Amalek, invece della distruzione totale risparmia il bestiame migliore disobbedendo agli ordini del Signore.

Samuele lo rimprovera: il Signore ti ha consacrato re e perciò devi essergli docile. Ora che sei diventato capo delle tribù di Israele tu stesso, disobbedendo al Signore, ti consideri senza importanza. Insomma il Signore si pente di aver consacrato Saul re del suo popolo.

Emerge in Saul la mancanza di UMILTA’, quell’umiltà che fece di Abramo, di Mosè  ecc. gli amici di Dio.

Il significato storico contingente potrebbe anche essere quello di un conflitto tra Saul e i sacerdoti, tra il potere religioso e quello politico. 

Leggere la Bibbia insieme agli altri è molto importante perché si confrontano diverse interpretazioni e ci permette di penetrare a fondo nella Parola di Dio, come se la Bibbia letta da soli non fosse veramente Parola di Dio. La differenza tra Dio e gli dei sta proprio nel nome: Elohim significa Dio di tutti gli dei. C’è una evoluzione nel concetto di Dio, nella Genesi abbiamo visto il Dio creatore, con Noè, Abramo e Mosè abbiamo scoperto il Dio dell’alleanza, nel deserto il Dio liberatore, il Dio della legge, nei vangeli abbiamo l’Emanuele, il Dio con noi, il Dio intimità. Dio lo conosci veramente nella tua vita personale. Il tempio di Dio quindi è la vita perché Dio è persona. Se prima la Parola era creatrice, la Parola di Gesù è salvatrice. Con Gesù il nostro riferimento non è più la legge, ma è la Bellezza, l’attrattiva, l’Amore che ci coinvolge.

Tutta la Bibbia è impregnata di Gesù, la Bibbia serve appunto a confrontarsi con Gesù anche se non ne parla direttamente.

Si ricorda che abbiamo superato il 10 % della lettura della Bibbia, manteniamoci sani e gioiosi perché abbiamo ancora tanta strada da fare insieme prima di arrivare all’Apocalisse. Quest’anno, presa visione dei libri storici rimasti, Il secondo libro di Samuele e i due libri dei re, dedicheremo il tempo ancora disponibile per approfondire gli Atti degli Apostoli, per vedere cioè come i primi cristiani si rapportavano alle Sacre Scritture.

 

VERBALE N. 6 del 29/12/2008

Oggi, come di consuetudine da due anni, nel periodo di Natale, siamo andati all’Ipermercato di Castelfranco Veneto a leggere la Bibbia. Abbiamo in nostro posto fisso, centrale, vicino ai giochi dei bambini. Quest’anno, come l’anno scorso, ci siamo forniti di computer e proiettore per delle fotografie, quadri sulla natività, foto spontanee sulla natura e sul creato, di un microfono, accompagnando gli stacchi con musiche natalizie.

Abbiamo regalato alle persone interessate un Vangelo, proveniente direttamente da Roma….

A turno abbiamo cominciato a leggere dei brani sull’Antico e Nuovo Testamento. Le persone che passavano davanti al nostro banchetto, alcune erano interessate, altre, la maggior parte avevano fretta. Per noi leggere in questa situazione ci sembrava inutile. Per lo meno è servito a noi stessi che, tra una lettura ed un’altra, abbiamo potuto stare insieme, parlarci e conoscerci meglio. Sicuramente lo Spirito di quella giornata è entrato in noi e probabilmente anche in qualcun’altra persona che passava di lì per caso.

Fuori era una giornata fredda e, appena arrivati, ho notato seduta, non molto lontano da noi, una extracomunitaria sola con in braccio il suo bambino. E’ rimasta lì per tutta la durata della nostra breve permanenza, circa tre ore.  Di tanto in tanto, sull’angolo, si accingeva a far succhiare il latte materno al suo bambino, come se fosse a casa sua.  Al riparo dal freddo, quel giorno, era per lei uno spazio che gli poteva andare bene. E come lei quanti altri in questa situazione?

Sono venuti a trovarci amici. Alla fine abbiamo regalato circa una ventina di Vangeli, meno uno che volevamo offrirlo ad un ex neocatecumenale….. Abbiamo fatto anche delle foto con le persone a cui abbiamo offerto il Vangelo, come testimonianza da spedire a Roma…

 

Verbale n. 7 del 28/01/2009

Commento al 1° libro di Samuele  (capitoli 16-31)

 La lettura dei capitoli di 1 Samuele è stata una vera calamita per tutti noi. Una trama che ci ha presentato vari personaggi che contrappongono desiderio e rinuncia, gusto del potere e sacrificio, stoltezza e saggezza, inadempienza e ubbidienza. Insieme creano un dramma umano che sarebbe l’invidia di Shakespeare o dei sceneggiatori di Hollywood.

Ma questa non è una favola e la voglia di vedere come andrà a finire è ancora più intensa perché qui è in gioco la natura stessa della relazione uomo-uomo e come questa in fondo dipende dal rapporto uomo-Dio.

Nulla succede per caso, e la fine tragica di Saul è la conclusione di mille piccoli passi errati nel suo rapporto con Dio. Saul, il re degli Israeliti, si trova solo sul monte Gelboe mentre il suo popolo era dall’altra parte della valle a guardare la sua caduta definitiva; dopo la morte dei suoi figli dalla mano dei “non-circoncisi”, lui si toglie la vita. I Filistei  “…tagliarono la testa di lui, lo spogliarono dell'armatura […], girando dovunque per dare il felice annunzio ai templi dei loro idoli e a tutto il popolo.” Ma il suo corpo viene recuperato da “uomini valorosi”  che lo portano a Iabes dove lo bruciano. “Poi presero le ossa, le seppellirono sotto il tamarisco che è in Iabes e fecero digiuno per sette giorni.”

E’ significativo che sia la testa di Saul ad essere usata per “dare felice annunzio ai templi degli idoli” mentre il corpo viene salvato dall’indegno trattamento dei Filistei. La testa come luogo della ragione, della volontà, e della determinazione – tutte caratteristiche essenziali dell’uomo – portano però l’uomo verso l’autodistruzione se non vengono illuminati dalla piena fiducia nell’amore di Dio. Anche se era stato scelto da Dio a guidare gli Israeliti, lui era incostante ed insicuro nel suo rapporto con Dio e di conseguenza anche nel suo rapporto con il suo popolo.

Perché Dio ha scelto Saul? Nemmeno questo è un caso. Saul era figlio di un Beniaminita, un uomo importante; era alto e bello – “superava tutti dalla spalla in su.”  E il popolo, che si era stancato dell’anziano Samuele, cercava un leader “che ci governi, come avviene per tutti i popoli”.

E come risponde Samuele, un uomo saggio e il prediletto di Dio? “Agli occhi di Samuele era cattiva la proposta perché avevano detto: ‘Dacci un re che ci governi.’ Perciò Samuele pregò il Signore.

Il Signore rispose a Samuele: ‘Ascolta la voce del popolo per quanto ti ha detto, perché costoro non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di essi.’

Vediamo di nuovo questa incapacità del popolo di restare costante nel loro rapporto con Dio. Cercano un uomo forte che possa realizzare il loro sogno di essere sempre protetti, ricchi e superiori agli altri popoli. Questo sogno diventa una sorte di idolatria che naturalmente è incompatibile con un rapporto intimo con Dio. Oggi troviamo che quando un popolo si trova in un momento di crisi desidera un leader che con la forza possa riportare l’ordine – e cade facilmente nel fondamentalismo.

Da subito vediamo che Saul, nonostante le sue doti sociali e fisiche, non era un grande leader. Va in cerca degli asini di suo padre che si erano persi, e non riesce a trovarli. Stava per tornare a casa a mani vuote quando gli viene consigliato di cercare l’aiuto di Samuele. Ed è con questo incontro che gli viene fatta la promessa: “Lo spirito del Signore investirà anche te e ti metterai a fare il profeta […] e sarai trasformato in un altro uomo. Quando questi segni che ti riguardano saranno accaduti, farai come vorrai, perché Dio sarà con te.” 

A Saul viene dato un inestimabile dono, ma allo stesso tempo una grande responsabilità. Lui si trova erede dello spirito di Abramo e Mosè . Per compiere fino in fondo la promessa di Dio e realizzare la sua trasformazione in un altro uomo, lui deve rinunciare all’uomo che cerca il riconoscimento del mondo, e mettersi pienamente al servizio del popolo e di Dio.

Saul però deve guardare Davide per capire questa lezione. Davide rappresenta di nuovo la vera scelta di Dio, che non guarda “all’ aspetto né all'imponenza della statura. […] non guarda ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore.”  E dunque il più piccolo di otto fratelli, quello nemmeno considerato da suo padre, Iesse, viene elevato da Dio e consacrato da Samuele. E in quell’istante, “Lo spirito del Signore si era ritirato da Saul ed egli veniva atterrito da uno spirito cattivo, da parte del Signore.”

La punizione di Dio è severa ma è una conseguenza naturale della scelta di Saul: “La disubbidienza è grave come ricorrere a indovini, come ribellarsi, come la peggiore idolatria. Tu hai respinto la parola del Signore, il Signore ti respinge come re.”  Ed è qui che inizia il lento annullamento del ego che Saul cercò di affermare nell’atto di disubbidienza.

Davide viene chiamato a placcare lo spirito maligno che sta tormentando Saul e lo fa con quello spirito umile e mite che permette di aprire il cuore al potere dell’amore di Dio. Saul viene conquistato dal carisma di Davide, il suo figlio Gionata diventa amico stretto di Davide, e Davide sposò anche sua figlia, Mikal. Ma ogni successo di Davide era per Saul un seme di invidia che si pianta in un terreno di profonda insicurezza. Questo è cresciuto in una ossessione che non poteva essere arrestata se non con la morte di Davide; ciò è la morte di un segno vivente della fedeltà.

Davide però rimane fedele a Dio e dunque fedele a se stesso. Ha un rispetto assoluto per il suo ruolo nella comunità, e dunque anche quando ha avuto l’occasione ben due volte di uccidere Saul e salvarsi, non lo fa perché era sempre il suo re: “Gridò ad Abner figlio di Ner e ai soldati di Saul: … Non ti sei comportato bene. Come è vero che il Signore vive, voi meritate tutti la morte, perché non avete fatto la guardia al vostro padrone, al re consacrato dal Signore.”

E’ la fedeltà alla promessa del Signore e la sua consacrazione che rendono Davide così sicuro di fronte ad ostacoli che per gli altri sono insormontabili: nell’affrontare Golia, Saul lo avverte in modo assolutamente ragionevole, “Tu non sei in grado di combattere contro quel Filisteo: sei ancora un ragazzo, mentre lui è un guerriero di lunga esperienza.” Ma Davide non ragiona con la logica dell’uomo: “Il Signore mi aveva salvato dagli artigli del leone e dell’orso, lui mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo.”

Nel tentativo di non ridurre la Parola ad una favola, cerchiamo di riflettere sulla vita di Saul e  Davide, la loro relazione con il popolo/comunità e la loro relazione con il ruolo che Dio gli aveva affidato. Ci chiediamo qual è la sorgente della nostra sicurezza; quali sono i Golia da abbattere nella nostra vita; quali sono gli ostacoli all’ubbidienza o all’ascolto – per esempio l’orgoglio o il desiderio di riconoscimento. Come gruppo vediamo come la Parola diventa vivente in quanto noi riusciamo ad avvicinare la Parola alla nostra vita.

 

Verbale n. 8 del 12/02/2009

Commento al 2° libro di Samuele  (capitoli 1-12)

Viene letto il capitolo 7 che parla   della profezia di Natan e la preghiera di Davide

Nei libri storici la divinità coincide con la forza e la potenza:  Dio viene presentato come il “Dio degli eserciti”.  Il  popolo ebraico, pur assumendo  nel corso della storia  atteggiamenti alterni di fedeltà-infedeltà, si fonda e si ricompone intorno al Dio degli eserciti.

Questa presenza divina accompagna il popolo ebraico nella occupazione - conquista della “terra promessa” e nel conflitto con altri popoli.

La concezione della divinità come forza-potenza è presente anche nel mondo contemporaneo.                        Il popolo più potente e più forte si sente  spesso investito di un mandato “divino” (“con l’aiuto di dio”)  per governare  il mondo. Unificare il mondo  attraverso la forza-potenza rappresenta una tentazione onnipresente nella storia dell’uomo.

Uno dei simboli di forza, particolarmente noto, nella Bibbia è la Torre di Babele eretta per manifestare la potenza dell’uomo e delle divinità pagane. Di fatto,  induce “confusione” sconcerto, smarrimento.

Quando  la ricerca dell’unità del  popolo si fonda sull’esercizio della forza e del potere (interno-esterno), prima o dopo, è destinata al fallimento.

Davide desidera edificare il Tempio per esprimere la sua gratitudine, la sua devozione  a Dio; desidera   che il Tempio diventi il simbolo dell’unità di tutto il popolo, luogo di incontro tra Dio e gli uomini.

Davide pensa che la struttura religiosa intorno al Tempio possa contribuire ad unificare il popolo  ma Dio gli rivela,  attraverso Natan,  di non abitare nel Tempio ma  nella Storia e nel Cuore degli uomini.

Con Gesù nel nuovo testamento viene presentata un’altra prospettiva: l’unità del popolo si fa nel servizio.

Il popolo è invitato a riconoscere i propri limiti e approfondire la relazione con Dio che abita la Storia e il cuore degli uomini.

Il Dio annunciato nel nuovo testamento non abita nella struttura. La struttura esterna è unicamente un simbolo e quando  qualcuno presume di risultare migliore di altri nel  cogliere pienamente la verità su Dio e sull’uomo rischia di compiere gravi errori.

I libri storici affermano che non c’è un popolo superiore all’altro ma un popolo accanto all’altro.

Le grandi ideologie moderne: il comunismo, il consumismo e il libero mercato stanno mostrando tutti  i loro  limiti. La  scienza e la tecnica quando vengono idolatrate rischiano ugualmente di far perdere agli uomini l’orientamento valoriale e la misura morale.

 La crisi  dei nostri giorni, come le crisi d’altri tempi, invita al cambiamento.

Obama invitando tutti i cittadini  cristiani, musulmani, “non credenti” al cambiamento rispetto all’ambiente, alle relazioni interpersonali, internazionali ecc… ha fatto un discorso profondamente evangelico

(Ha utilizzato lo slogan : Change, I can (cambiare, io posso)

Nel vangelo di Matteo si parla di conversione

Nel 2° libro di Samuele ritroviamo  il re Davide impegnato ad operare per la  salvezza nell’aldiquà oltre che nell’aldilà, è in ascolto di Dio,  cerca di cogliere la sua volontà nella complessità del quotidiano.

La bibbia invita a leggere la propria storia personale e la Storia più generale da una prospettiva diversa: si coglie ripetutamente l’indicazione  ad operare nella quotidianità con la consapevolezza dei propri limiti  ma anche con la speranza di un cambiamento, di una  conversione possibile. E’ continuo l’invito  ad  andare più in là, a guardare oltre ….

Che cosa possono fare i singoli e le comunità?

L’invito che ci viene posto è quello di approfondire la relazione con Gesù  attraverso la lettura della Bibbia ma anche attraverso “l’ascolto” dei piccoli grandi avvenimenti della Storia e delle piccole grandi vicende personali (Necessità di leggere la bibbia oltre la Bibbia).                                   

La lettura della Bibbia  può favorire una maggiore conoscenza di Gesù (l’Unto, il Consacrato, il Verbo, la Relazione), una maggiore consapevolezza  della realtà umana, può aiutare  a dare valore e significato alla vita di tutti i giorni.